domenica 28 aprile 2013

L'ultima nocciola.

Ecco, sono in treno, sale un po' di tristezza ad ogni fermata.
Arrivano notizie alle mie orecchie. Cose che non voglio nemmeno sapere. E invece si insinuano dentro la mia mente.
La persona che diceva "Sei l'unica a cui lascerei l'ultima nocciola del gelato!" non si rendeva conto della propria immaturità. Alla fine è un po' come una frase d'amore. Ora l'ultima nocciola la lascia a qualcun' altra e io non sono più l'unica.
Sono frasi d'amore riciclabili. Le puoi riutilizzare con chi viene dopo. Sono solo tante bugie.
Sembrava un amore vero. Invece era solo uno dei tanti, di quelli che ti illudono di essere terra e invece sono solo vento.


 

venerdì 26 aprile 2013

Un gatto ed un cuscino.



Mi sono svegliata con la risata di mia sorella che apriva la porta, un gatto sul cuscino e un sogno che sembrava vero.
Ah non ero a casa mia.
Oggi chiudo gli occhi e mi arrivano immagini di momenti mai vissuti, momenti di sogno.
Come un vento che ti sbatte contro un muro.
Un vento che ti toglie il respiro.
È un abbraccio violento.
È un abbraccio senza amore.
È una risata dei cattivi che si trasforma in piccole schegge di vetro.
È una tristezza lenta, che non ti avverte della sua presenza.
È il desiderio che senti in fondo al cuore.
Lo lascio lì, o forse no. Forse è meglio dimenticare.

lunedì 15 aprile 2013

Guerra.



Una lacrima.
Guardi un servizio sulla guerra in Siria.
Palazzi cadenti, buchi nei muri, stanze che fino a pochi secondi prima tenevano al sicuro un bambino ora ospitano il fumo di un esplosione, una donna urla e piange per la perdita di un figlio, di un marito. Buchi nelle loro vite. Chissà quante lacrime hanno pianto.
La guerra. Come si può pensare ancora a fare la guerra? Nel 2013 ancora si uccidono persone innocenti. Nella mia ingenuità ho sempre visto la guerra come una cosa lontana, una cosa che non poteva più accadere. E invece di guerre ce ne sono anche troppe. Di fronte a questo mi sento così piccola, i miei problemi sono nulla in confronto a una guerra che uccide bambini innocenti, che bombarda ospedali. Ma la nostra società ci dirige verso l’indifferenza, manda i servizi sulle guerre in seconda serata in tv e subito dopo va in onda una lunga pubblicità che spazza via le cose appena viste. E così ognuno può tornare nuovamente a pensare al problema che lo affligge e non al dolore del mondo.
E mi chiedo allora se devo davvero soffrire per una persona con la quale ho condiviso tutto, che però non ha perso nemmeno un secondo per trovarsi qualcuna con cui divertirsi (e a quanto pare ne ha trovate davvero tante), lodandosi con una delle mie migliori amiche delle sue tante conquiste. Sono in guerra con me stessa, con quella parte di me che aveva visto la bellezza e la sincerità in occhi che non ne avevano più per me, sono in guerra con la mia ingenuità.
Ci sono guerre combattute con i carri armati e guerre combattute con le parole. E nel nostro piccolo dobbiamo ricordarci di entrambe.
Di fronte a tutto quello che succede nel mondo mi sembra uno spreco non amare la vita che uno ha, di fronte alle guerre sanguinose, di fronte alle guerre personali, l’impresa più grande è apprezzare le cose che viviamo giorno per giorno. Ma è quello che dobbiamo fare. Dobbiamo ricordarci di sorridere per questo meraviglioso cielo azzurro sopra di noi, gioire per il verde dell’erba e il bianco delle margherite, per la lieve brezza primaverile, ma dobbiamo anche ricordarci di tutto quello che ci accade intorno.

“Tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.”
M.G.